Giorno #3: Alzarsi dal letto
Siamo a giorno 3, in realtà partiamo dalla nottata precedente. Non potendo muovermi, non avevo proprio la forza, e avendo la testa leggera, non sono riuscita a chiudere occhio. Il problema è che non poter cambiare posizione è uno stress, dovevo comunque provare a muovere il braccio destro per evitare che si intorpidisse, per il sinistro era tutto un altro paio di maniche. Avendo l'ago sul dorso della mano sinistra ero terrorizzata da tutti i movimenti da quel lato per cui, per prima cosa mi sono fatta mettere un asciugamano piegato sotto la mano in modo da tenerla più rilassata e più in alto perchè il flusso della flebo era un pò veloce. Poi durante la notte non potevo massaggiarmi il braccio un pò dolorante così dovevo svegliare mia madre parecchie volte per aiutarmi perchè era proprio una brutta sensazione, così lei piano piano mi massaggiava il braccio e le dita della mano senza toccare nient'altro. Dormire non era possibile perchè c'era ancora l'anestesia in circolo, quindi non è stata proprio la migliore delle nottate, ma in qualche modo sono riuscita a passarla.
Siamo a giorno successivo, è il giorno in cui il tempo è cambiato per un pò, era il 23 Ottobre ed è venuto per un pò un freddo assurdo, quindi dovevamo tenere tutto chiuso perchè avendo mille tubi attaccati non potevo ancora vestirmi. Vengono a pulire la camera, fanno il giro di visite e controllano che stia bene, fanno i prelievi, temperatura e pressione e poi dicono, da oggi devi provare ad alzarti.
Le ultime parole famose, non avevano idea che stessero parlando con me, un caso patologico, infatti tutta bella felice mi tolgono il catetere, mi tolgono le flebo per potermi mettere la camicia da notte, e poi provo a mettermi seduta. Non l'avessi mai fatto, tra poco svenivo cadendo dal letto, vabbè ci proviamo dopo provando a mettermi pian piano sempre più verticale.
Ancora niente cibo, ma posso bere finalmente, il problema pipì me lo faccio dopo, adesso voglio bere qualcosa che la gola è secca. Poi mi rimettono l'antidolorifico e mi rimetto a letto, provando a mettermi meglio, non avete idea del dramma, io sono una persona abbastanza cauta con i punti, quindi non mi muovo troppo ecc... Il problema è che uno dei tagli era sull'ombelico, parte del corpo che nessuno deve mai toccarmi o volano ceffoni, pensate come potevo stare avendoci dei punti, un vero dramma. Non si capisce quando lavorino i muscoli dell'addome finchè non si prova l'inebriante sensazione dei punti che tirano. Per ogni cosa dovevo essere aiutata perchè il letto era alto e scivoloso, non so perchè ma c'era una plastica attorno e quindi il lenzuolo scendeva insieme a me.
Il pianto della giornata ha attirato l'attenzione del mondo intero perchè quella mente brillante di mio padre ha avuto il coraggio di dirmi che c'era del sangue sul letto, non pensate male, non era successo nulla, mi doveva venire il ciclo, ma dire ad una che si è operata che c'è del sangue sul letto è una delle cose che non si devono proprio fare. L'infermiere mi aiuta ad alzarmi, stavolta riesco a stare il tempo utile per andare in bagno urinare e cambiarmi, poi tutto come prima.
A tirarmi su sono venute delle mie amiche, per fortuna mi hanno distratta e mi hanno anche fatta camminare per il reparto per una mezz'ora.
Poi ormai è sera, mangiare la roba dell'ospedale non è cosa, mangio dei biscotti, la cosa più semplice del mondo e un pò d'acqua, niente di più. Poi le solite visite serali per temperatura, pressione e prelievo e nanna per mia madre, notte in bianco per me perchè l'anestesia mi ha portato l'insonnia che è durata fino a 4 giorni dopo essere tornata a casa.
Comincio a cacciare aria, cosa molto importante, perchè per operare devo immetterei area nell'addome che poi deve essere espulsa pian piano dal corpo nei giorni successivi.
Bene, altro per questo terzo giorno da dire non c'è, alla prossima con l'ultimo giorno in ospedale e il ritorno a casa.
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